La
lettura dei “Saggi” di Montaigne è un’esperienza straordinaria.
Virginia Woolf paragonava i lettori di Montaigne ai visitatori di una galleria di quadri. Una
alla volta, le persone si fermano di fronte al dipinto e si chinano per
osservare tra i riflessi del vetro. “C’è sempre una folla davanti al quadro, a
scrutare dentro le sue profondità, a
vedervi riflessi i propri volti; e più questa folla guarda, più vede; né mai è
in grado di dire cosa vede con precisione.” Il volto di chi osserva e quello
del dipinto si confondono e diventano tutt’uno.
Nelle interazioni umane accade
qualcosa di simile. In ogni incontro con gli altri ci guardiamo in uno
specchio; leggendo Montaigne vediamo a tratti sfumato, a volte con chiarezza, il nostro riflesso.
Montaigne
con i suoi Saggi, con il suo continuo interrogarsi, scandagliando nel dettaglio
il “suo” modo di vivere”, di esperire la vita in ogni sfumatura, entra in
risonanza con ogni lettore, il quale sente che quei pensieri in
parte gli appartengono, in una dimensione di straordinaria familiarità. André Gide diceva di aver fatto "proprie" così tante cose di Montaigne da riconoscere
in questi se stesso. La stessa incredibile sensazione credo possa sperimentarla
qualsiasi lettore dei Saggi, opera scritta non per trasmettere insegnamenti di
vita ma per coinvolgere il lettore in un “flusso di coscienza” di straordinaria
purezza.
Come in uno specchio oscuramente, l'associazione ad uno dei libri di Borgna, in vista dell'incontro con lui sabato 10 novembre, è immediata. Come in uno specchio la follia riflette la vulnerabilità umana, fragilità che appartiene a ciascuno di noi: in ognuno di noi c'è una vita interiore che in alcuni suoi aspetti non si distingue facilmente da quella schizofrenica. Questo ci insegna Borgna facendosi portavoce di quella psichiatria fenomenologica che ci aiuta a intravedere esperienze di vita che la psichiatria naturalistica non coglierebbe mai. Cerchiamo bene dentro di noi, guardiamo nello specchio e vi riconosceremo l'Altro. La sofferenza psichica altro non è che una possibilità umana dotata di senso. Viriginia Woolf anche qui ritorna, protagonista dell'ultimo libro di Borgna, Di Armonia risuona e di Follia, con queste parole: “...molte cose, nella visione della realtà dei folli, sono condivisibili. Dopo tutto è forse quella la visione equilibrata, e noi, tristi, assennati e rispettabili cittadini, non facciamo che delirare ogni istante della nostra vita, e meriteremmo d'esser rinchiusi per sempre...”.
RispondiEliminaLe straordinarie parole di Borgna, nell'incontro di sabato 10, comunicate con la voce del cuore, hanno acceso nell'animo di tutti una nuova disposizione all'incontro autentico con l'altro.
EliminaQuesto concetto di "humanitas", a fondamento del rispetto che ogni uomo deve avere nei confronti di ogni altro essere umano, nella consapevolezza dei limiti di ciascuno e della comune appartenenza, è ben sintetizzato dalla frase di Terenzio:
RispondiEliminaHomo sum. Humani nihil a me alienum puto.
Ed è proprio dell'uomo il mistero del non detto, delle profondità dell'animo, dello spirito, che si esprime attraverso e oltre le parole, attraverso e oltre le emozioni.
RispondiEliminaSpecchiarsi nell'"altro" è un modo di riconoscere la propria anima fuori da se stessi..un modo di sentirsi penisole e non isole..
RispondiEliminaPasquale Matera
Certo Pasquale, pur nell'ineludibile condizione di solitudine è possibile costruire "ponti" di umanità verso chi è altro da noi.
Elimina