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sabato 15 dicembre 2012

Il primo libro


Chiedere “qual è l’ultimo libro che hai letto” è una domanda consueta. Spesso viene utilizzata per avere uno spunto di dialogo, oppure semplicemente per informarsi sugli interessi dell’altro, sul suo livello culturale o semplicemente se ama leggere. Nel momento in cui lo si chiede si esprime implicitamente che si considera importante la lettura, che si legge abitualmente e che si da per scontato che anche l’interlocutore lo faccia.
Coloro che in questo momento leggono questo breve scritto stanno idealmente rispondendo a questa domanda, magari ammettendo a se stessi che da un po’ di tempo, non leggono altro che il giornale.
Meno consueto è invece chiedere, e cercare di recuperare tra i ricordi, la prima lettura: il primo libro. Naturalmente non mi riferisco ai libri di scuola, ma alla prima, vera lettura spontanea. Il libro che per primo ha aperto la nostra mente, trasportandoci in dimensioni nuove. Io lo ricordo bene. Aveva una bellissima copertina morbida con immagini colorate e la storia che raccontava ha accompagnato la mia vita da bambino per alcuni anni. Lo leggevo e rileggevo più volte, tanto da essere in grado di recitarne interi passi a memoria. “C’era una volta…”, era il suo incipit, simile a tanti libri d’infanzia.
Andate indietro negli anni, dimenticate l’età attuale e tornate per un attimo bambini. Riprendete in quell’angolo nascosto del vostro tempo il “primo libro”. Riuscite a leggerne il titolo? A ricordarne le prime righe, la storia? 

19 commenti:

  1. in questi giorni con la neve mi tornava in mente Marcovaldo di Italo Calvino...La città smarrita nella neve, lo ricordo bene, era come essere parte del racconto tanto era ben descritto...
    In città è caduta la neve. Marcovaldo è incaricato di spalare il cortile antistante la ditta dove lavora. Marcovaldo sentiva la neve come amica, come un elemento che annullava la gabbia di muri in cui era imprigionata la sua vita. Sigismondo, più preoccupato a far calcoli per far bella figura con il caposquadra, gli insegnava ad ammucchiare la neve in un muretto compatto. Con i mucchi di neve Marcovaldo crea strade tutte sue. In una città tutta di neve, le case e le cose si potrebbero fare e disfare molto facilmente. Trasformato in pupazzo di neve da un carico di tre quintali piombatogli addosso dalle tegole ne esce gonfio ed intasato dal raffreddore. Per una tromba d'aria provocata da uno starnuto di Marcovaldo tutta la neve viene risucchiata in su e il cortile si ripresenta con le cose di tutti i giorni, spigolose ed ostili...

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    1. Grazie per la tua testimonianza-ricordo. Mi auguro che nello scrivere di questa tua prima lettura infantile tu abbia rivissuto emozioni antiche.

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  2. Forse non è stato il mio primo libro, ma ero piccola..., più piccola delle altre bambine che lo avevano già letto, e di cui parlavano con gran mistero, nelle occasioni di ritrovo... .
    "Il fantasma di Canterville", di Oscar Wilde, apparteneva alla libreria di famiglia di due amichette di mia sorella, che lo ebbe in prestito temporaneamente, a patto di mantenerne il segreto con chiunque. Previa autorizzazione delle legittime proprietarie,in seguito potei leggerlo anch'io,traendone, per lungo tempo a mia insaputa, un'esperienza emotiva profonda.
    Era un libro di vecchia edizione: privo di copertina, una rilegatura sfilacciata teneva insieme le sue pagine; giallognole e appena rugose al tatto, le giravo piano piano,e nel mentre sentivo il loro odore di "antico"... .
    Di tanto in tanto disegni a china punteggiavano la scrittura.
    Mi piaceva tantissimo rimanere sorpresa dalla loro comparsa improvvisa, al cambio di pagina. La fantasia anticipatrice che accompagnava lo scorrere della lettura, a quel punto prendeva forma, una forma definita, che oltre a soddisfare la mia curiosità, contribuiva a rendere più paurosi alcuni passi cruciali della narrazione, e i suoi personaggi.
    Conservo il ricordo, oggi con tenerezza rispetto ai miei sentimenti infantili, del ritratto in bianco e nero del vecchio fantasma: i capelli, crespi, sottili e diradati, stanchi come i suoi anni privi di riposo,il volto, impaurito dagli scherzi dei gemellini dispettosi,le braccia, scarne e portatrici di catene troppo oliate, prive di efficacia sui nuovi, e indesiderati,
    inquilini... .
    Eppure, quel disegno aveva saputo suggestionarmi, facendomi vivere la presenza del fantasma nel castello come "realmente" inquietante.
    Altrettanto carico di un'intensa emozione per me, era stato il disegno dell'attraversamento della grotta piena di mostri che Virginia, sorella dei gemellini, aveva compiuto insieme al fantasma per aiutarlo a morire.
    Compassionevole e delicata, sensibile, Virginia aveva compreso e accolto la sofferenza del fantasma, impossibilitato a raggiungere il riposo perenne a causa dei suoi comportamenti terreni di qualche secolo precedente.
    Con nobile coraggio, Virginia aveva accettato di affrontare, per lui, un tunnel terribilmente spaventoso, sapendo che avrebbe dovuto raccogliere a sè tutte le proprie forze, per resistere alle paure che il percorso le avrebbe sollecitato... .
    Solo così, Virginia avrebbe potuto portare a buon termine l'amorevole impegno che si era assunta nei confronti del fantasma.
    Tenendosi per mano, riuscirono a giungere alla fine del tragitto, e lì, lei, potè lasciarlo andare.
    Al suo ritorno nella realtà comune, Virginia era diventata più grande... .


    Con il trascorrere del tempo, avevo completamente dimenticato questa storia, e solo molti anni dopo, durante gli studi universitari, ebbi modo di rileggerla e di recuperare il ricordo infantile, dei miei sei o sette anni... .

    Virginia era stata la mia eroina. Inutile dire che la versione giovanile, nonchè "reale", di quel libro mi
    lasciò del tutto stupefatta per la totale assenza di pathos che lo aveva fortemente caratterizzato nella mia prima lettura di bambina... . E che, solo quella, era la mia preferita. In assoluto.




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    1. Grazie per il tuo post, molto intenso; lo pubblico anche se hai dimenticato di firmarti. Spero tu sia ancora ospite del Blog, così potrai mettere il tuo nome. ;o). Grazie.
      Ps. Appena possibile aggiungerò un commento.

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    2. Tra le tante letture da me fatte negli anni...il "fantasma" da te citato manca. Non lo leggerò; mi piace aver incontrato il vecchio e stanco fantasma dai "capelli crespi e sottili" in questo modo, portato per mano da una "bambina" impaurita e emozionata,ancora capace di trasmettere la tenerezza di un tempo.
      Ps. Al prossimo post..il tuo nome. ;o)

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    3. Ero seduta sul divano...non sto passando un bel periodo...poi ho pensato,vabbè mi alzo,accendo il pc...guardo un attimo cosa si dice sul blog della mia associazione...Il mio primo libro...e mi è subito venuto un sorriso...inaspettato...dal profondo...Si!Eccome me lo ricordo il mio Primo Libro...a dire la verità più che il contenuto mi ricordo l'atmosfera,il mio primo momento di raccoglimento con me stessa...Adesso vi racconto...Avevo più o meno se non ricordo male,11,12 anni,all'epoca,dopo la scuola,ero solita andare a pranzo dai miei nonni,e loro poi finito di pranzare e sistemare andavano a fare la "pennichella"...Io rimanevo li,a casa...sola con una gioia grande nel cuore,si,perchè potevo andare a curiosare in posti "segreti"che quando i nonni erano svegli non potevo averne accesso...e cosi aprivo cassetti,armadi...vecchi bauli e ogni scoperta sapevo di nuovo,di entusiasmante...poteva essere una foto,un quadro,un vecchio accessorio...qualsiai cosa aveva per me un valore e un sapore intimo e intenso...anche gli odori ricordo,come mi piaceva quell'antico odore di stantio...E fu proprio durante queste mie segrete missioni che Lo scoprii,cosi per caso,un vecchio libro,piuttosto sgualcito,con una fragile copertina...lo presi,lo guardai...ricordo che era estate,faceva caldo,tutt'intorno silenzio...c'eravamo solo io e quel libro...e decisi di sedermi sotto il portico di casa,su una vecchia sdraio,appoggiando i piedi su un cassettone appoggiato ad un muro...ero comoda e li,senza nessuna aspettativa cominciai a leggere la prima,la seconda,la terza pagina e più leggevo più scoprivo il fascino di quel racconto,sentivo nascere dentro di me per la prima volta il piacere della Lettura,del desiderio di sapere,del lasciarmi andare all'immaginazione...io e il libro,davvero una sensazione che ancor oggi ricordo come ricordo con affetto quella casa,quella sdraio e la cassapanca e soprattutto i miei cari,amatissimi nonni...

      Elisabetta Zuliani

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    4. Cara Elisabetta, grazie per la tua bellissima testimonianza...molto dolce..
      Si riesce a immaginare la bambina curiosa...che gode di un momento tutto per sé..
      Però ora dovresti appagare la curiosità di tutti...che libro era? ;o)

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    5. L'isola del tesoro...fantastico...è uno dei libri che ho portato com me per primo quando ho traslocato nello studio nuovo...intoccabile...prezioso! bacio a tutti

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    6. L'isola del Tesoro..indimenticabile mia prima lettura..non più infantile..
      Me lo regalò mio padre al rientro da Roma..lo lessi avidamente..sognando di notte di essere Jim...inseguito da Silver e dal pirata cieco..;o)

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  3. Il ricordo di quella lettura infantile mi è molto caro. Quando si riaffaccia alla mia mente mi consente di vivere un frammento del passato che, per un attimo fuggente, diventa il mio presente, facendo ricongiungere aspetti di me... .

    PS: volentieri metto il mio nome, ma non sono sicura di aver compreso come fare :(
    abbiate pazienza, prima o dopo ce la farò :)
    intanto, mi firmo qui.
    anto

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  4. Grazie alla Recherche...mi ha fatto piacere poter condividere con voi questo ricordo.
    E grazie di tenere la trama incompleta della storia scritta da O.Wilde, anzichè farne una lettura integrale e personale... .

    Al prossimo scritto, e chissà che non sia una trama intera, liberamente creata...
    Anto

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  5. A volte chiedere a qualcuno quale sia stato l'ultimo libro letto può avere anche una certa intenzionalità di tipo snob. E' vero, abbastanza inconsueto è chiedere, invece, quale sia stato il primo, anche se non in ordine rigorosamente cronologico, ma magari quello che per primo ha suscitato una qualche emozione.
    Il mio primo libro, non aveva la copertina e alcune (una diecina circa) pagine iniziali; la copetina di chiusura mancante di un pezzo, alcuni fili a penzoloni di quella che rimaneva dell'originale rilegatura all'"italiana". Non ne sapevo il titolo. Tuttavia l'emozione che mi prese nell'averlo fra le mani la ricordo ancora e mi si rinnova qui. Me lo aveva procurato mio padre ripulendo una soffitta di un'anziana signora del paese.".....il ragazzo si vergognò molto, tanto da desiderare di non trovarsi colà...." (ho citato a memoria...con inevitabili imprecisioni..), erano le prime parole che incominciai a leggere; per quanto mi riguardava il libro poteva anche iniziare da lì, non mi preoccupai affatto della mancanza delle prime pagine. Una scrittura classica e un pò aulica, mi piaceva, mi faceva sentire più grande.
    Qualche anno dopo mi si presentò l'occasione di prendere a prestito dalla biblioteca della scuola elementare un libro da leggere a casa. Dopo le pagine iniziali, la sorpresa della familiarità della lettura. Era, in altra edizione, lo stesso libro di cui ho parlato. "Cuore" di Edmondo De Amicis.
    pasmat.

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    1. "Cuore"...tra le letture preferite della mia, ormai lontana, infanzia. Libro oltretutto anche molto criticato e accusato di proporre un mondo di "buoni sentimenti" melenso e irrealistico. Di certo alcuni protagonisti delle storie raccontate sono tratteggiati in maniera forse troppo "ideale", però...che dire...pur a distanza di molti anni, non li ho dimenticati.
      Grazie.

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  6. Ricordo da sempre quel libro che per primo è stato in grado di catturare la mia attenzione,completamente.Frequentavo la scuola media,la seconda,mi pare.Forse un regalo..Ne fui subito rapita. Ecco mia madre che mi dice di andare a letto e di liberare il bagno. Lo lessi tutto d'un fiato e per tutta la notte.Non mi è mai più successo. Anzi sì, adesso che ci penso..Ora ne vedo anche la copertina: fondo bianco e stampato un volto di donna, gli occhi radiosi, una collana intorno al collo, i capelli raccolti elegantemente in alto.
    Ed io l'ammiravo immaginando la mia storia d'amore di piccola adolescente...Era "Sissi sul trono degli Asburgo".
    E' bello condividere questa sorta di "imprinting", questo guardarsi dentro. A volte non si dice:sei come un libro aperto?
    In fondo sembra che il libro che ognuno porta,proprio quello e non un altro, col ricordo che ne esprime la consapevolezza,sia il biglietto da visita della propria personalità.
    Grazie a La Recherche MCF

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    1. Il libro di cui hai scritto è il.."libro che per primo è stato in grado di catturare la mia attenzione"...quindi non "il primo" ma quello che ti ha permesso di riconoscere aspetti di te...forse...un "anima romantica"? ;o)
      Grazie!

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  7. Buonasera a tutti, volevo per prima cosa ringraziare tutti voi per le splendide emozioni che trapelano dai vostri commenti! E grazie alla Recherche per questi spunti, ogni volta e' possibile intraprendere fantastici viaggi tra i sentimenti, nel passato e presente, nel profondo del nostro animo e in altre dimensioni spesso poco frequentate nella routine quotidiana.
    Qualche settimana fa, appena e' stato pubblicato questo post, ho pensato subito all'unico libro dell'infanzia che ricordo con particolare affetto. Ricordavo di averlo lasciato nella vecchia libreria a casa dei miei genitori. Appena ho potuto sono andata a controllare ed effettivamente lui stava ancora li', accanto ad altri libri di un tempo. Riprenderlo in mano dopo tutti questi anni e' stata un'emozione indescrivibile, come ritrovare un vecchio amico, con le pagine ancora più ingiallite ma sempre bello nella sua semplice copertina rossa senza scritte esterne. Anch'io sto parlando di Cuore, un'edizione del '64. Ricordo ancora qualche episodio narrato dal protagonista, qualche compagno (Garrone, Derossi, Franti) e ricordo qualche racconto mensile, in particolare il mio preferito e' sempre stato il piccolo scrivano fiorentino. Per chi non lo ricorda (o non ha letto il libro) narra di un bimbo che di notte continuava in segreto il lavoro di copiatura del padre e sacrificava preziose ore di riposo pur di aiutare l'intera famiglia a guadagnare qualche soldo in più. Il piccolo veniva addirittura ripreso dal padre perché data la stanchezza il rendimento scolastico era notevolmente calato ma, nonostante la fatica, ogni notte il bimbo continuava il lavoro.
    Mi piaceva immergermi in questo mondo antico, vivere la scuola, i giochi, le abitudini di una volta e il linguaggio utilizzato un tempo, cosi' distante e diverso dal mio... Ricordo che mi sembrava così strano che tra compagni di classe non si chiamassero per nome ma per cognome...
    Non ho resistito, sfogliandolo ho riletto qualche frase qua e la', mi piacerebbe rileggerlo prima o poi...
    E' proprio ambientato in un tempo lontano quando ancora alcuni valori come l'amore per la Patria, il rispetto per gli altri, lo spirito di sacrificio, la carita', l'eroismo erano davvero molto importanti, un mondo dove la diversità non veniva considerata un limite ma un modo per confrontarsi e arricchirsi...
    Che dire, ringrazio ancora la persona che ha avuto la brillante idea di proporre questo argomento! E' stato particolarmente dolce rientrare a casa mia con questo tenero e caro amico ritrovato, grazie.

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  8. Grazie a te Sara, per il bellissimo post che ci ha regalato e per la tua assidua presenza nel Blog. Nel leggerti, ho ricordato le emozioni infantili provate nel leggere quei racconti che oggi sembrano appartenere ad un mondo scomparso. Lo stesso titolo "Cuore" oggi susciterebbe forse qualche risatina di scherno, così come i sentimenti e valori tratteggiati nel testo sarebbero considerati "demodè". Probabilmente nessun bambino oggi legge "Cuore"; io davvero sono felice di averlo avuto tra le le letture più care della mia infanzia.

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  9. Concordo con il tuo pensiero, mi e' capitato di parlare di questo libro con qualche mio coetaneo e in effetti ho constatato che in loro non ha smosso le stesse emozioni... Anzi, e' stato piuttosto criticato perché troppo "buonista e smielato", certo, ognuno e' libero di dire il suo parere! Per quanto mi riguarda invece mi sono resa conto, proprio riflettendo in questi giorni, di quanto quei valori, messaggi e pensieri siano una parte importante della mia identità, direi che e' stato davvero un libro che mi e' entrato e rimasto nel "cuore". Grazie come sempre per tutto quello che questo blog e la Recherche in generale mi ha donato in questo 2012, colgo l'occasione per fare a tutti i miei migliori auguri per un sereno 2013! Con tanto affetto

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