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sabato 13 ottobre 2012





(1RE 3,16-28)
Un giorno andarono dal re Salomone due prostitute e si presentarono innanzi a lui. 
Una delle due disse: "Ascoltami, signore! Io e questa donna abitiamo nella stessa casa; io ho partorito mentre essa sola era in casa. 
Tre giorni dopo il mio parto, anche questa donna ha partorito; noi stiamo insieme e non c'è nessun estraneo in casa fuori di noi due. 
Il figlio di questa donna è mort
o durante la notte, perché essa gli si era coricata sopra. 
Essa si è alzata nel cuore della notte, ha preso il mio figlio dal mio fianco - la tua schiava dormiva - e se lo è messo in seno e sul mio seno ha messo il figlio morto. 
Al mattino mi sono alzata per allattare mio figlio, ma ecco, era morto. L'ho osservato bene; ecco, non era il figlio che avevo partorito io". 
L'altra donna disse: "Non è vero! Mio figlio è quello vivo, il tuo è quello morto". E quella, al contrario, diceva: "Non è vero! Quello morto è tuo figlio, il mio è quello vivo". Discutevano così alla presenza del re. Egli disse: "Costei dice: Mio figlio è quello vivo, il tuo è quello morto e quella dice: Non è vero! Tuo figlio è quello morto e il mio è quello vivo". 
Allora il re ordinò: "Prendetemi una spada!". Portarono una spada alla presenza del re. 
Quindi il re aggiunse: "Tagliate in due il figlio vivo e datene una metà all'una e una metà all'altra". 
La madre del bimbo vivo si rivolse al re, poiché le sue viscere si erano commosse per il suo figlio, e disse: "Signore, date a lei il bambino vivo; non uccidetelo affatto!". L'altra disse: "Non sia né mio né tuo; dividetelo in due!". 
Presa la parola, il re disse: "Date alla prima il bambino vivo; non uccidetelo. Quella è sua madre". 
Tutti gli Israeliti seppero della sentenza pronunziata dal re e concepirono rispetto per il re, perché avevano constatato che la saggezza di Dio era in lui per render giustizia.

L'episodio delle "due madri e il figlio conteso" ricordano la triste vicenda di cui tanto si parla in questi giorni.  
I commenti si sprecano, i giudizi e relative condanne si sovrappongono, l'indignazione ha una crescita esponenziale. Il bambino della dolorosa vicenda, suo malgrado, è al centro dell'interesse dei media. Una sovraesposizione mediatica i cui effetti non è possibile immaginare, nel medio e lungo periodo. Cosa sedimenterà nel tempo di questa incredibile vicenda è una domanda cui nessuno è in grado di rispondere. 
Forse, senza raggiungere i livelli proverbiali della "saggezza" del Re, il ricorso al "buon senso", da parte  di tutti, avrebbe potuto evitare questa triste vicenda.

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