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domenica 14 ottobre 2012



Molti anni fa, una signora di un paese dei dintorni dedicava ogni mattina alla preparazione del pranzo. Faceva il sugo che sapeva piacere a suo marito, cucinava l'arrosto con contorni vari e mai mancava di fare anche un buon dolce.
Poco prima dell'ora di pranzo, la signora apparecchiava la tavola per due e si metteva pazientemente ad aspettare il rientro del marito.
Il marito non tornava mai.
Era morto molto anni prima, ma non per lei, che continuava ad aspettare il suo ritorno.

La situazione descritta è una dolorosa vicenda di lutto patologico. Nell'impossibilità di elaborare la "perdita", era stato messo in atto un "diniego", potentissimo meccanismo di difesa atto ad annullare una realtà inaccettabile.

Tra i racconti del libro di Giulio Mozzi "La felicità terrena",  "Il bambino morto" è uno struggente esempio di lutto patologico, narrato con un linguaggio efficace, capace di rappresentare al lettore il dramma di una perdita che non è possibile integrare.

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